PIM vs PXM vs DAM: che differenze ci sono?

PIM vs PXM vs DAM: che differenze ci sono?

PIM vs PXM vs DAM: che differenze ci sono?

PIM vs PXM vs DAM differenze SeeCommerce

PIM vs PXM, DAM vs PIM e poi ancora PXM vs DAM: quali sono le differenze tra questi software?

Esistono anche analogie tra di essi? La risposta nelle prossime righe, in cui potrai approfondire scopo, funzionalità, benefici e team di riferimento per ciascuna applicazione. Via!

PIM vs PXM vs DAM: di cosa stiamo parlando?

Partiamo dalle basi.

Con l’acronimo PIM si intende un software di Product Information Management, soluzione che permette di governare le informazioni di prodotto. Un tool di Digital Asset Management (DAM), invece, si focalizza sull’organizzazione degli asset digitali.

Infine, un PXM software è un tool per gestire l’esperienza di prodotto (da qui il nome esteso “Product eXperience Management“). 

Analogie e differenze funzionali tra i sistemi 

Per mettere a fuoco le reali differenze tra DAM, PIM e PXM occorre avere chiaro che tutte e tre le tipologie di piattaforme aiutano le aziende a centralizzare, organizzare e distribuire il loro patrimonio di contenuti finalizzati al mercato, sia esso B2B e B2C.

Ma quindi cosa cambia? In primis, il focus.

PIM e DAM offrono una gestione prevalentemente verticale, destinata rispettivamente a dati e informazioni nel primo caso, e a contenuti multimediali come foto, video e documenti nel secondo.

PXM vs PIM vs DAM rielaborazione

Un PXM, invece, si prefigge lo scopo di governare l’esperienza dei clienti che interagiscono con l’assortimento nei vari canali di comunicazione e vendita in cui l’azienda è presente.

Per raggiungere tale obiettivo, un Product eXperience Management software ingloba le funzionalità dei software PIM e DAM e le combina ad altre, trasversali alla customer experience.

Una di esse, forse la più cruciale, è la Syndication, funzionalità con cui i software PXM propagano un dato o un contenuto in più canali, spesso ottimizzandone automaticamente attributi come ad esempio il formato, la dimensione e il colore di sfondo.

In estrema sintesi, più che PIM vs PXM vs DAM è più corretto parlare di PXM = PIM + DAM. 

PIM vs PXM vs DAM: scopo dei tool

Un PIM è un software orientato alla governance delle informazioni di ogni articolo proposto al mercato dall’organizzazione. Per questo motivo, tra le principali funzionalità di una soluzione di questo tipo, c’è la centralizzazione dei dati.

Il sistema, infatti, dialogando con sistemi come ERP (Enterprise Resource Planning) e PLM (Product Lifecycle Management) funge da unica fonte di verità informativa. Inoltre, un PIM consolida i dati, mettendo in relazione e rendendo agilmente ricercabili tutte le informazioni relative a un prodotto. 

Similmente, un software DAM svolge funzioni di centralizzazione e consolidamento per qualsiasi asset digitale, come immagini, video, audio, documenti (come presentazioni e linee guida di brand).

PIM vs DAM vs PXM blog

Sebbene anche DAM e PIM possano occuparsi della distribuzione – rispettivamente di asset e di dati – è il software PXM a spostare il punto di vista verso l’esterno dell’organizzazione.

Infatti, mentre il principale scopo dei tool per gestire informazioni di prodotto e asset digitali è di convergenza, un PXM è orientato all’esperienza cliente.

Dato che quest’ultima è strettamente connessa a informazioni e asset digitali, un software di Product eXperience Management si fa garante – oltre che della convergenza – anche di ottimizzare e propagare tutti i contenuti, offrendo una customer experience omnicanale, B2B e B2C. 

Utenti tipo per piattaforma

PIM vs PXM vs DAM: le differenze si accentuano quando si parla di utenti tipo o, più in generale, dei principali team che traggono beneficio da ciascuna delle piattaforme.

Di un sistema di Product Information Management, per esempio, si servono principalmente persone che afferiscono a uffici che gravitano lungo l’intera supply chain di un articolo: design, ricerca e sviluppo, logistica e, soprattutto, e-commerce.

User personas per tipo di piattaforma

Le user personas di un DAM, invece, afferiscono tipicamente alle funzioni di marketing e branding che lo sfruttano per condividere con il resto dell’azienda media e template.

La trasversalità funzionale di un PXM, come visto all’inizio dell’articolo, lo rendono uno strumento utile a tutti i team, sia di quelli che beneficiano di un PIM che di un DAM; ad essi si aggiunge anche l’area sales, visto il supporto all’intero flusso di creazione e distribuzione del catalogo prodotti,  

Non è finita: nei casi di PXM altamente integrabili, i tool sono ideali anche per professionisti delle aree Digital e IT, con cui tagliano il budget IT e attività manuali, semplificando lo stack IT.

DAM vs PIM vs PXM: benefici a confronto

DAM e PIM offrono benefici speculari. 

Un software di Digital Asset Management centralizza e organizza i contenuti multimediali, favorendone la ricercabilità e il riuso. Qualora si occupi anche della distribuzione, può accorciare il time to market dei media dell’azienda. Benefici simili a quelli di un PIM rispetto ai dati di prodotto.

In generale, se tali soluzioni sono dotate di funzionalità di workflow, possono accelerare la collaborazione tra team e digitalizzare processi in precedenza analogici o destrutturati.

Anche in questo frangente, un PXM combina i benefici di DAM e PIM, andando addirittura oltre, per offrire esperienze di acquisto di prestigio e favorendo la product discoverability grazie a contenuti performanti, personalizzati e aggiornati in tempo reale su ogni canale. Parola dei nostri clienti!  

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Product Information Management: cos’è il PIM?

Product Information Management: cos’è il PIM?

Product Information Management: cos’è il PIM?

PIM Product Information Management

Ehi, ciao! In questo articolo troverai una panoramica sul mondo del Product Information Management.

Scoprirai per cosa sta l’acronimo PIM, comprenderai il significato del termine Product Information Management e ti illustreremo i benefici di un team che adotta un software PIM. Dai che si va!

Product Information Management: cos’è il PIM?

Partiamo dall’acronimo: PIM sta per Product Information Management.

In ambito IT, la sigla è piuttosto nota perché indica una tipologia diffusa di software che, come si può intuire, consente di gestire le informazioni di prodotto.

Oltre ad essere una soluzione informatica, il Product Information Management è anche un processo, che stabilisce il flusso ottimale con cui le aziende devono governare i dati relativi ai propri prodotti.

Cosa si intende per Product Information?

Per Product Information (Informazioni di Prodotto), si intende qualsiasi dato utile a identificare, descrivere, promuovere e vendere un articolo presente nell’assortimento aziendale.

Tali informazioni sono composte da una serie di attributi (comuni a una categoria di prodotti o all’intero assortimento) e dal loro valore (dati), variabile da articolo ad articolo.

informazioni di prodotto: un esempio di dati e attributi in ambito PIM

Nel semplice esempio della tabella qui sopra, tutti gli attributi sono in comune alle categorie “Scarpa” e “Jeans” tranne Vestibilità, che riguarda solo i pantaloni.

Ovviamente codice prodotto, taglia e colore sono solo alcuni esempi di attributi, il cui numero può variare da alcune decine a diverse centinaia, a seconda di aspetti quali la tipologia di prodotto, mercati geografici e canali di vendita.

Il ruolo chiave dei dati di prodotto

Le informazioni di un prodotto sono determinanti per lo shopping, soprattutto online.

In generale, esistono statistiche a bizzeffe che attestano l’importanza dei dati di prodotto nel mondo e-commerce. Ad esempio, secondo una ricerca, il 94% dei consumatori abbandona l’acquisto a causa di risultati di ricerca irrilevanti

Schede prodotto con informazioni aggiornate sono decisive per un’esperienza d’acquisto omnicanale, perché evitano di destabilizzare l’utente al passare da un canale all’altro.

Inoltre, descrizioni curate e ingaggianti garantiscono molti altri benefici: dal posizionamento ottimale sui motori di ricerca (SEO) al consolidamento della percezione del brand sul mercato, passando per la riduzione di resi e recensioni negative.

Product Information Management PIM

La merce non conforme a descrizioni (e foto) è tra le prime cause di recensioni negative in vari settori, come ad esempio giocattoli (23%), gioielli (17%), moda e beauty (12%), alimentare (4%).

Cosa significa gestire le informazioni di prodotto?

Colta l’importanza dei product data, occorre ora chiedersi cosa significhi gestirli.

In generale, rientrano nell’ambito PIM tutte quelle attività tese a garantire che i dati di prodotto siano integri, coerenti, ricercabili, aggiornati e accessibili nel viaggio dai gestionali aziendali ai canali di vendita, B2B o B2C, online ma anche offline.

Un percorso lungo e variegato, motivo per cui la gestione dei dati di prodotto (dall’inglese Product Information Management) è un’attività a cui contribuiscono team eterogenei dell’azienda.

Chi gestisce le informazioni di prodotto in azienda?

Nelle aziende strutturate e che vendono anche online, E-Commerce e Digital Manager sono tra le figure chiave in ambito PIM Product Information Management.

La loro figura, tra le altre cose, è chiamata a organizzare i contenuti di prodotto e monitorarne la distribuzione verso i canali finali. La gestione delle informazioni di prodotto, tuttavia, è influenzata e impatta l’operatività di tanti altri team. 

Copywriter e traduttori, ad esempio, arricchiscono i dati di prodotto derivanti da gestionali come ERP, con descrizioni accattivanti e multilingua.

Se l’approccio PIM è di qualità, inoltre, migliora la coerenza e l’efficacia delle attività di Content Strategy del Marketing, così come l’area Sales può contare su informazioni sempre consistenti.

A cosa serve un software PIM

Il numero di interlocutori e l’estrema importanza delle informazioni di prodotto verso il mercato amplificano il volume delle attività necessarie, elevando la dose di lavoro manuale dei team.

È in questo frangente che la tecnologia fornisce un supporto prezioso.

Talvolta etichettato come Product Information Manager, un software PIM risponde a due delle principali esigenze di qualsivoglia azienda: ridurre il lavoro manuale e aumentare le vendite.

Come funziona un software PIM?

Un software di Product Information Management, innanzitutto, funge da raccordo tra i sistemi gestionali e i canali finali come siti, portali, e-commerce e marketplace.

Oltre a garantire continuità al flusso informativo, un PIM centralizza i dati favorendone la ricercabilità, li trasforma sulla base di regole automatizzate e permette di arricchirne lo storytelling con descrizioni, immagini e video. 

Quali benefici garantisce un software PIM

L’introduzione di una soluzione di Product Information Management centralizza ogni dato, evitandone la dispersione, lo smarrimento e il disallineamento. Inoltre, un PIM abbatte il lavoro manuale e riduce gli errori derivanti dal copia-incolla tipici dei contesti non-digitalizzati. 

Niente più fogli Excel sparsi, quindi, oltre alla pubblicazione istantanea sui canali web, che accorcia il Time to Market, il tempo necessario per raggiungere gli utenti a prodotti, campagne o collezioni. 

Puoi andare ancora oltre a un PIM… con un PXM

Ricorda: oltre ai dati di prodotto, l’esperienza di un cliente passa anche da altri fattori. Ecco perché il focus dovrebbe spostarsi dal Product Information Management al Product eXprience Management.

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Catalogo prodotti: 7 grane risolte da un PXM

Catalogo prodotti: 7 grane risolte da un PXM

Catalogo prodotti: 7 grane risolte da un PXM

Catalogo Prodotti 7 grane risolte da un PXM software seecommerce

Il catalogo prodotti è uno strumento tanto essenziale alla vendita quanto oneroso da produrre e aggiornare, specie per le realtà che vendono online.

Un software PXM è un alleato imprescindibile per azzerare l’operatività e amplificare i benefici che derivano dal flusso di creazione, pubblicazione e aggiornamento del catalogo prodotti.

In questo articolo scoprirai come.

Catalogo prodotti: cos’è ormai lo sappiamo proprio tutti

Non serve certo essere venditori, marketer o e-commerce manager per sapere che un catalogo prodotti è una raccolta ordinata di foto e informazioni relative all’assortimento aziendale.

Un catalogo può includere tutti i prodotti o parte di essi, avere una durata limitata (come nel caso della moda e le sue stagioni), rivolgersi a mercati esclusivi o essere destinato a più canali.

È proprio su quest’ultimo aspetto che ci concentreremo di più in questo articolo.

La gestione del catalogo nell’era dell’omnicanalità

Non vogliamo ripetere la tiritera che avrai letto ormai ovunque ma è la verità: il digitale ha rivoluzionato i processi di acquisto e, di riflesso, anche la gestione del catalogo. 

Di conseguenza, quando si parla di cataloghi di prodotto, i fari sono quasi sempre puntati sul contenuto di pagine di siti, e-commerce e marketplace, che richiedono livelli di istantaneità e coerenza massicci che, senza un adeguato supporto, si traducono in molto lavoro manuale.

Catalogo automatico: presente e futuro passano da qui

L’eterogeneità e la numerosità dei canali di comunicazione e vendita hanno elevato costi operativi e probabilità di errore del flusso di produzione dei cataloghi, favorendo la crescita dei software PXM.

Non sorprende che il mercato del Product eXperience Management, soluzioni che aiutano le aziende a garantire un’esperienza di prodotto omnicanale ai clienti, si stimi in crescita con un tasso annuo medio composto del 18,2% e un valore stimato di 6,3 miliardi nel 2028.

Valore mercato PXM software catalogo prodotti SC

Tra i principali benefici di una piattaforma PXM c’è l’abbattimento del lavoro operativo, garantito dalla pubblicazione automatica del catalogo e delle relative schede prodotto. Ma c’è molto di più.

Nei paragrafi che seguono esploreremo 7 problemi risolvibili con un catalogo automatizzato. 

#1 Stop ai copia-incolla dei Dati Master

I Dati Master (o Master Data) sono le cosiddette informazioni anagrafiche dei prodotti e risiedono tipicamente nei sistemi gestionali aziendali come ad esempio i software ERP.

Alcuni Dati Master confluiscono direttamente nelle schede prodotto: è il caso ad esempio del codice prodotto (come EAN). Altri, invece, vanno adattati a seconda del canale di pubblicazione.

È il caso della taglia: se l’azienda vende online in mercati geografici differenti, la taglia di un medesimo articolo varierà a seconda del paese al quale è destinata la scheda prodotto. In assenza di digitalizzazione, il lavoro manuale e i rischi di errore, con assortimenti ampi e profondi, lievitano.

product data transformation

Soluzioni come un PXM con cui automatizzare il caricamento dei prodotti agevolano la gestione dei Dati Master perché popolano in automatico e-commerce e marketplace con flussi di dati provenienti dall’ERP, distribuendoli in modo diretto o trasformandoli.

Le trasformazioni sono rese possibili dalle regole, con cui i tool PXM più avanzatI permettono che un medesimo dato assuma automaticamente valori diversi in base al catalogo a cui è destinato.

#2 Lo sviluppo di Dati Editoriali accelera

Il flusso di creazione di un catalogo prodotti non si limita a far fluire a valle Dati Master provenienti dall’ERP ma include anche la pianificazione, la scrittura e la distribuzione di Dati Editoriali.

Mentre i Dati Master hanno una portata informativa, quelli Editoriali hanno una natura più commerciale, in quanto favoriscono lo storytelling del prodotto.

catalogo prodotti differenza tra dati master ed editoriali copy seecommerce

Copywriter e traduttori – anche a partire da dati dell’ERP – arricchiscono le informazioni esistenti e ne generano di nuove, come le descrizioni marketing. Flussi creativi che, con una gestione manuale, avvengono in modo frammentato e con repliche inefficienti per ogni canale e catalogo.

Con un software PXM lo sviluppo di Dati Editoriali accelera perché si offre ai vari team uno spazio unico di lavoro in cui è possibile pianificare le varie attività e dire addio ai fogli Excel.

Inoltre, grazie alle regole già citate, è possibile pre-popolare alcuni campi con combo di dati presenti su tool come ERP o PLM, per rendere più agile il lavoro degli esperti di lingue e parole.

3. Basta ore buttate a categorizzare i prodotti su ogni canale

Le categorie sono guide preziose per l’esperienza del cliente.

Tuttavia, rischiano di far lievitare il time to market, specie nelle aziende poco strutturate digitalmente e con molti prodotti da promuovere in canali di vendita differenti.

Un medesimo articolo, infatti, potrebbe essere categorizzato in modo diverso su cataloghi diversi, in base alla struttura dei vari marketplace o a scelte del brand; tra gli e-commerce dei nostri clienti, infatti, ci sono realtà che differenziano le categorie a seconda dell’area geografica di riferimento.

category management catalogo prodotti

Una soluzione PXM, grazie a motori di regole configurabili, azzera il tempo speso (o perso) a categorizzare i prodotti.

Stabilite le alberature dei vari cataloghi, ad esempio, i tool più potenti assegnano in automatico gli articoli ai vari cataloghi (e alle loro categorie) sulla base del valore di uno o più dati di prodotto.

 

4. Il cross-selling e l’up-selling spiccano il volo

Un catalogo automatizzato non si limita a ridurre i costi e i tempi promozionali.

Digitalizzando il flusso creativo com’è possibile fare con un software PXM, infatti, si possono sfruttare motori di regole e associare in automatico tra loro più prodotti, creando bundle di articoli o suggerimenti di acquisto presenti nelle pagine di siti e marketplace per elevare il carrello medio. 

 

5. Niente più campagne in ritardo

L’introduzione di una soluzione di Product eXperience Management impatta anche sulla collaborazione tra team anche molto diversi tra loro. I clienti che hanno scelto SeeCommerce, ad esempio, sfruttano i suoi Attributi Planning per programmare i flussi di lavoro.

flusso di lavoro creazione catalogo

Per fare un esempio, per ogni catalogo è possibile stabilire le date degli shooting fotografici (allineate ai flussi logistici che prevedono l’arrivo fisico dei prodotti) e, a cascata, quelle delle attività di post-produzione, arricchimento dei copy e, infine, di pubblicazione del catalogo. 

Il principale vantaggio di una programmazione delle attività è quello di scongiurare disallineamenti tra reparti e ritardi lungo il processo, causa principale di lanci sul mercato rallentati, con ciò che ne consegue per il business. 

6. Popolare le viste diventa un gioco da ragazzi

Finora abbiamo parlato in gran parte di dati ma l’altra metà della mela, anzi, di una scheda prodotto sono senza dubbio le foto, i video, i documenti… in una parola: i media (o asset digitali).

Fronte, retro, still-life: le viste di un singolo prodotto sono numerose e spesso uno scatto varia nella dimensione, nel formato o nel colore di sfondo a seconda del catalogo di destinazione.

Una soluzione PXM ottimizza anche questo flusso che, svolto manualmente, richiede intense attività di editing, ottimizzando in automatico le specifiche di un media.

Un altro grande beneficio in termini di tempo è garantito dall’associazione automatizzata prodotto-contenuto. SeeCommerce, per farlo, sfrutta la naming convention; il sistema viene istruito per riconoscere le nomenclature dei file e associargli all’istante uno specifico prodotto.

Ciò permette di reperire, in fase di ricerca, non solo tutte le informazioni di un articolo, ma anche gli asset digitali che lo rappresentano. Senza che occorra alcuna attività manuale.

7. Il tramonto dei cataloghi disallineati

Ultima grana ma non ultima: l’aggiornamento. Quante volte serve ritoccare quel dato, rimuovere quell’interlinea di troppo, aggiornare quello scatto impreciso? Rispondiamo insieme: troppe!

Un software PXM si prende cura anche di questo aspetto, peraltro essenziale per poter parlare per davvero di pubblicazione automatica delle schede prodotto.

Con SeeCommerce PXM non serve accedere ai sistemi di back-end di e-commerce o portali per aggiornare un’informazione o un contenuto, perché il tool si integra coi canali finali e distribuisce in tempo reale sui front-end delle tue vetrine digitali la versione più aggiornata di dati e media.

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PXM Software: una guida rapida ma completa

PXM Software: una guida rapida ma completa

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Copertina Blog PXM Product Experience Management

Qua e là hai sentito parlare di PXM software e vuoi approfondire che cosa significa PXM, acronimo di Product eXperience Management, con cui si definisce anche un tipo di software?

Sei nel posto giusto! Alla fine di questo articolo scoprirai tutto (o quasi) ciò che serve sapere sulle PXM platform: di che tipo di software si tratta, a cosa servono, chi le usa, quali benefici offrono. 

PXM software: cosa significa Product eXperience Management?

Ma ‘sto PXM cos’è?

L’acronimo PXM sta per Product eXperience Management e viene utilizzato per indicare il processo con cui un’azienda gestisce l’esperienza web del cliente sui canali in cui vende i suoi prodotti

È un aspetto saldamente connesso alla CX (Customer Experience) e, di riflesso, al business.

Dati relativi alla Customer Experience e ai suoi impatti sul business nell'ambito del PXM

L’obiettivo principale dell’approccio PXM

Il principale compito dell’approccio PXM consiste nel fornire a clienti e potenziali clienti esperienze web di prodotto coerenti, ingaggianti e personalizzate.

Se la frase precedente dovesse apparirti ambiziosa e generica, è normale. Offrire una Customer Experience prestigiosa è un desiderio facile da covare ma non semplice da concretizzare.

E quindi? 

Da dove si parte per elevare la Product Experience?

In ballo ci sono davvero tanti fattori: dalla qualità del prodotto (o del servizio) alla reattività delle pagine web, passando per la tempestività della logistica e la cordialità del servizio clienti.

Senza nulla togliere agli aspetti citati, però, ce n’è uno particolarmente importante per la sua presenza costante lungo il Customer Journey, il viaggio che porta un utente a diventare cliente.

Si tratta del patrimonio di dati e asset che descrivono e rappresentano l’assortimento aziendale.

Il ruolo chiave di informazioni e media di prodotto nella PXM

Il buon esito di una ricerca su Google, lo zoom di dettaglio su un prodotto dell’e-commerce, il confronto di un articolo con quelli concorrenti in un marketplace e la riproduzione di tutorial guida per l’uso o il montaggio.

Attività diverse, che si alternano lungo il percorso d’acquisto online, accomunate dalla presenza costante di informazioni, scatti e video che promuovono, descrivono e raccontano i prodotti, essenziali per permettere al cliente di conoscerne e comprenderne il valore.

Non stupisce che nel 70% dei casi i contenuti di prodotto siano ritenuti cruciali per l’e-shopping (Forbes).

Peraltro, dati e asset poco accurati, oltre a ridurre le possibilità di vendere un prodotto, sono la seconda causa più frequente di reso (30%), preceduti solo dai resi da articoli danneggiati (39%).

Iniziamo ad avvicinarci al ruolo chiave dei software PXM Product eXperience Management.

Verso i PXM software: oltre fogli Excel e i silos di DAM e PIM

L’esigenza di istantaneità dei vari canali digitali, specie nelle realtà con assortimenti di volumi considerevoli, richiede tuttavia sforzi manuali importanti, spesso sinonimo di errori e incongruenze.

Un’alternativa a fogli Excel e a ore di copia-incolla è quella di affidarsi a software ad hoc per gestire le informazioni di prodotto (i PIM, Product Information Management) e ad altri per gestire gli asset digitali come foto e video (i DAM, Digital Asset Management).

Seppur buoni alleati per la product experience, scegliere due tool distinti eleva il rischio di duplicazioni dei contenuti, oltre a gonfiare i costi di integrazione e di licenze

Metti a confronto PIM, DAM e PXM tools: leggi il nostro articolo PIM vs PXM vs DAM.

Perché PXM = DAM + PIM?

Un software di Product eXperience Management (o più semplicemente PXM) integra – e spesso supera – le funzionalità dei software DAM e PIM, con l’obiettivo di governare da una piattaforma unica informazioni e contenuti di prodotto.

La convergenza del patrimonio informativo garantita da un software PXM garantisce un risparmio sui costi IT ed eleva l’agilità dei processi perché centralizza end-to-end i flussi di creazione, post-produzione, arricchimento e approvazione dei contenuti di schede prodotto e cataloghi. 

Confronto tra PXM Product Experience Management, PIM Product Information Management e DAM Digital Asset Management

Come funziona un software PXM

Principalmente, un software PXM supporta tre tipologie di macro-flussi:

 

  • centralizza. Integrandosi con sistemi come gli ERP, un PXM software raccoglie tutti i dati anagrafici di prodotto, eliminando il rischio di frammentazione delle informazioni e abbattendone i tempi di ricerca. Inoltre, attraverso regole configurabili ad hoc, può trasformarli in modo automatico;
  • gestisce. Una PXM solution permette a team diversi di pianificare le attività e collaborare da un unico tool. Fluidifica inoltre processi chiave come l’arricchimento e la traduzione dei dati, ma anche la revisione e l’approvazione dei media;
  • distribuisce. Una PXM platform supporta la filiera del contenuto di prodotto fino all’ultimo miglio, cioè quando tutte le componenti di una scheda prodotto sono pronte, abilitando – grazie ad API o integrazioni – la pubblicazione dei contenuti sui vari canali aziendali.

A chi serve una PXM platform

Le figure aziendali che beneficiano dell’introduzione di un software PXM sono molteplici.

In primis E-Commerce e Digital Manager, che possono contare su un flusso automatizzato costante e coerente di dati e media di prodotto verso siti web, e-commerce, marketplace.

Risalendo la catena di produzione dei contenuti, un software PXM è uno spazio condiviso prezioso per figure specializzate come copywriter, traduttori, fotografi e post-produttori, che nella piattaforma – oltre a lavorare – possono richiedere feedback e collaborare con i colleghi.

Inoltre, anche Marketer e Sales beneficiano di un PXM, che funge da archivio e centro di condivisione di informazioni, scatti, video di prodotto ma anche di brand e istituzionali. 

Quali benefici garantisce un software PXM

Gestire il patrimonio di dati e media di prodotto con una soluzione di Product eXperience Management offre svariati benefici.

Da un punto di vista della Customer Experience, un PXM alimenta in tempo reale cataloghi e schede prodotto con dati sempre aggiornati e media di qualità distribuiti alle massime performance, favorendo un’esperienza di navigazione e di acquisto soddisfacente.

Soddisfazione che si propaga anche tra i team, che con un software PXM possono automatizzare attività manuali ridondanti e avere sempre il controllo di cosa e come sta comunicando il brand in qualsiasi canale web, avendo la possibilità di effettuare aggiornamenti o modifiche tempestive.

L’automazione e il controllo, infine, accorciano inoltre il Time to Market, scongiurando ritardi di campagne e lanci, a garanzia delle performance di business, enfatizzate peraltro dalla riduzione dei costi IT.

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Presentiamo la nuova Media Library 2.0

Presentiamo la nuova Media Library 2.0

Presentiamo la nuova Media Library 2.0

SeeCommerce PXM si sta evolvendo con una novità eccezionale: performance migliorate e funzionalità avanzate che portano la gestione dei contenuti a un livello superiore. 🚀

SeeCommerce è una piattaforma completa che unisce le funzionalità di PIM e DAM in una sinergia perfetta, consentendo un controllo ottimale dell’intero ciclo di vita dei contenuti. Dalla creazione dei cataloghi, passando dalle informazioni di prodotto fino ai contenuti editoriali, che si tratti di testi, media, informazioni tecniche e documenti, SeeCommerce PXM governa tutte queste informazioni facilitandone la gestione e contribuendo al miglioramento della reputazione del Brand. 

Oggi l’asticella si alza ulteriormente con la nuova Media Library 2.0, un’area in cui risiedono tutti i file editoriali del Brand che possono essere archiviati, taggati, condivisi e distribuiti su piattaforme esterne, eliminando il problema della duplicazione. 

Ma come cambia Media Library 2.0?

Performance: La prestazione migliorata permette di svolgere le attività quotidiane in modo ancora più rapido, grazie a un’ottimizzazione tecnica superiore e all’introduzione di nuove micro-funzionalità che agevolano notevolmente le operazioni quotidiane.

Brand & Touchpoint: Abbiamo dedicato una sezione che consente la gestione diretta dei portali (come portali Press e Trade) e di archivi aziendali esterni, offrendo la possibilità di creare cartelle, sottocartelle, caricare e spostare file in tutta sicurezza, grazie ai permessi associati, senza appesantire il portale o generare duplicati di file.

Corporate: Non solo condivisione tra utenti interni ed esterni alla piattaforma, ma un’area completamente dedicata ai contenuti aziendali fruibili da tutti. Pensata per contenere materiale consultabile da tutta l’organizzazione.

E molto di più: Non mancano funzionalità più ampie come la gestione dei metadati che permettono la personalizzazione degli asset con informazioni specifiche.

Media Library 2.0 rappresenta un’area fondamentale che, insieme alla sezione Product, consente una visione e una gestione completa a 360° dei contenuti del Brand.

Contattaci per scoprire tutti i vantaggi di SeeCommerce.
Il nostro team di esperti è a tua completa disposizione.

Da PIM e DAM alla gestione centralizzata PXM (Product eXperience Management)

Da PIM e DAM alla gestione centralizzata PXM (Product eXperience Management)

Da PIM e DAM alla gestione centralizzata PXM (Product eXperience Management)

Negli ultimi anni la gestione dei dati si è rivelata un elemento cruciale per il successo delle aziende in un mercato sempre più competitivo e orientato alla digitalizzazione. 

Partiamo dal fatto che i brand devono essere sempre più presenti con i loro prodotti in diverse piattaforme di vendita come e-commerce e numerosi marketplace e che il cliente impone che le informazioni che descrivono il prodotto debbano essere quanto più esaurienti e coerenti sia dal punto di vista descrittivo che visivo attraverso media di qualità e in alta risoluzione. Con questi presupposti le informazioni da gestire sono tantissime ma soprattutto la sfida del Brand è renderle coerenti con tutti i canali di vendita.

Spesso queste informazioni sono gestite da due piattaforme distinte: il PIM, dedicato alla gestione dei dati di prodotto e il DAM per la gestione di risorse digitali aziendali.

Ma nel dettaglio qualè la differenza tra questi due sistemi?  

Cos’è il DAM? (Digital Asset Management)

Il DAM è un sistema che aiuta i Brand ad organizzare, archiviare e gestire le proprie risorse digitali come media, video e file in generale, in modo che siano facilmente accessibili ad utenti interni ed esterni all’azienda, in piena sicurezza.

Tra le sue funzionalità si distinguono:

  • Organizzazione degli asset in alberatura di cartelle e tag 
  • Condivisione di cartelle e file con utenti specifici (interni o esterni) o con tutta  l’organizzazione aziendale.
  • Sicurezza per le risorse gestite, consultate solo da utenti autorizzati 

Cos’è il PIM? (Product Information Management)

Lo scopo del PIM è quello di centralizzare e gestire le informazioni di prodotto, sia di anagrafica sia editoriali. Le aziende che utilizzano un PIM sono in grado di accedere alle informazioni descrittive di prodotto, di arricchirle e distribuire su ciascun touchpoint.
Il valore di un PIM è quello di poter gestire tantissimi SKU e lavorare contestualmente per più touchpoint mantenendo la centralizzazione dei dati di prodotto.

Le sue funzioni principali si possono riassumere così: 

  • Gestione delle informazioni di prodotto 
  • Creazione di esperienze di prodotto coerenti in ottica omnicanale
  • Distribuzione delle informazioni di prodotto

Dal PIM-DAM al PXM

Fino a poco tempo fa, le piattaforme PIM e DAM erano considerate soluzioni separate e distinte per la gestione dei dati di prodotto e degli asset digitali. Tuttavia, per garantire un’esperienza unificata con l’obiettivo di gestire in modo efficiente non solo le informazioni sui prodotti, ma anche le immagini, i video e altri tipi di asset correlati  è necessario che queste tecnologie collaborino. 

In alcuni casi ci si trova di fronte a sistemi silos PIM e DAM integrati tra loro, ma questo approccio rischia di avere un importante svantaggio legato ai costi propri di integrazione e di gestione dei due sistemi.
SeeCommerce risolve il problema della gestione separata di PIM e DAM e riduce le spese di integrazione, offrendo una soluzione centralizzata chiamata PXM (Product eXperience Management) che comprende al suo interno entrambe le funzioni PIM e DAM, consentendo una gestione efficiente e completa, senza frizioni.

Un sistema centralizzato PXM offre numerosi vantaggi, inclusa una maggiore coerenza tra le informazioni di prodotto e gli asset digitali, una migliore collaborazione tra i team di marketing e di prodotto, nonché una distribuzione più rapida e coerente delle informazioni e dei contenuti ai clienti. Non ultimo, un risparmio notevole su attività di integrazione

Oltre i confini aziendali

Se le piattaforme PIM e DAM hanno tradizionalmente supportato la gestione dei dati all’interno delle aziende, con SeeCommerce è possibile espandere l’utilizzo di queste funzionalità combinate oltre i confini aziendali, coinvolgendo fornitori, partner e clienti. Ciò consente di creare e condividere in modo più efficiente informazioni sui prodotti e contenuti digitali con tutte le parti interessate, migliorando la collaborazione e l’allineamento tra i diversi attori coinvolti nella catena del valore.