Catalogo prodotti: 7 grane risolte da un PXM

Catalogo prodotti: 7 grane risolte da un PXM

Catalogo prodotti: 7 grane risolte da un PXM

Catalogo Prodotti 7 grane risolte da un PXM software seecommerce

Il catalogo prodotti è uno strumento tanto essenziale alla vendita quanto oneroso da produrre e aggiornare, specie per le realtà che vendono online.

Un software PXM è un alleato imprescindibile per azzerare l’operatività e amplificare i benefici che derivano dal flusso di creazione, pubblicazione e aggiornamento del catalogo prodotti.

In questo articolo scoprirai come.

Catalogo prodotti: cos’è ormai lo sappiamo proprio tutti

Non serve certo essere venditori, marketer o e-commerce manager per sapere che un catalogo prodotti è una raccolta ordinata di foto e informazioni relative all’assortimento aziendale.

Un catalogo può includere tutti i prodotti o parte di essi, avere una durata limitata (come nel caso della moda e le sue stagioni), rivolgersi a mercati esclusivi o essere destinato a più canali.

È proprio su quest’ultimo aspetto che ci concentreremo di più in questo articolo.

La gestione del catalogo nell’era dell’omnicanalità

Non vogliamo ripetere la tiritera che avrai letto ormai ovunque ma è la verità: il digitale ha rivoluzionato i processi di acquisto e, di riflesso, anche la gestione del catalogo. 

Di conseguenza, quando si parla di cataloghi di prodotto, i fari sono quasi sempre puntati sul contenuto di pagine di siti, e-commerce e marketplace, che richiedono livelli di istantaneità e coerenza massicci che, senza un adeguato supporto, si traducono in molto lavoro manuale.

Catalogo automatico: presente e futuro passano da qui

L’eterogeneità e la numerosità dei canali di comunicazione e vendita hanno elevato costi operativi e probabilità di errore del flusso di produzione dei cataloghi, favorendo la crescita dei software PXM.

Non sorprende che il mercato del Product eXperience Management, soluzioni che aiutano le aziende a garantire un’esperienza di prodotto omnicanale ai clienti, si stimi in crescita con un tasso annuo medio composto del 18,2% e un valore stimato di 6,3 miliardi nel 2028.

Valore mercato PXM software catalogo prodotti SC

Tra i principali benefici di una piattaforma PXM c’è l’abbattimento del lavoro operativo, garantito dalla pubblicazione automatica del catalogo e delle relative schede prodotto. Ma c’è molto di più.

Nei paragrafi che seguono esploreremo 7 problemi risolvibili con un catalogo automatizzato. 

#1 Stop ai copia-incolla dei Dati Master

I Dati Master (o Master Data) sono le cosiddette informazioni anagrafiche dei prodotti e risiedono tipicamente nei sistemi gestionali aziendali come ad esempio i software ERP.

Alcuni Dati Master confluiscono direttamente nelle schede prodotto: è il caso ad esempio del codice prodotto (come EAN). Altri, invece, vanno adattati a seconda del canale di pubblicazione.

È il caso della taglia: se l’azienda vende online in mercati geografici differenti, la taglia di un medesimo articolo varierà a seconda del paese al quale è destinata la scheda prodotto. In assenza di digitalizzazione, il lavoro manuale e i rischi di errore, con assortimenti ampi e profondi, lievitano.

product data transformation

Soluzioni come un PXM con cui automatizzare il caricamento dei prodotti agevolano la gestione dei Dati Master perché popolano in automatico e-commerce e marketplace con flussi di dati provenienti dall’ERP, distribuendoli in modo diretto o trasformandoli.

Le trasformazioni sono rese possibili dalle regole, con cui i tool PXM più avanzatI permettono che un medesimo dato assuma automaticamente valori diversi in base al catalogo a cui è destinato.

#2 Lo sviluppo di Dati Editoriali accelera

Il flusso di creazione di un catalogo prodotti non si limita a far fluire a valle Dati Master provenienti dall’ERP ma include anche la pianificazione, la scrittura e la distribuzione di Dati Editoriali.

Mentre i Dati Master hanno una portata informativa, quelli Editoriali hanno una natura più commerciale, in quanto favoriscono lo storytelling del prodotto.

catalogo prodotti differenza tra dati master ed editoriali copy seecommerce

Copywriter e traduttori – anche a partire da dati dell’ERP – arricchiscono le informazioni esistenti e ne generano di nuove, come le descrizioni marketing. Flussi creativi che, con una gestione manuale, avvengono in modo frammentato e con repliche inefficienti per ogni canale e catalogo.

Con un software PXM lo sviluppo di Dati Editoriali accelera perché si offre ai vari team uno spazio unico di lavoro in cui è possibile pianificare le varie attività e dire addio ai fogli Excel.

Inoltre, grazie alle regole già citate, è possibile pre-popolare alcuni campi con combo di dati presenti su tool come ERP o PLM, per rendere più agile il lavoro degli esperti di lingue e parole.

3. Basta ore buttate a categorizzare i prodotti su ogni canale

Le categorie sono guide preziose per l’esperienza del cliente.

Tuttavia, rischiano di far lievitare il time to market, specie nelle aziende poco strutturate digitalmente e con molti prodotti da promuovere in canali di vendita differenti.

Un medesimo articolo, infatti, potrebbe essere categorizzato in modo diverso su cataloghi diversi, in base alla struttura dei vari marketplace o a scelte del brand; tra gli e-commerce dei nostri clienti, infatti, ci sono realtà che differenziano le categorie a seconda dell’area geografica di riferimento.

category management catalogo prodotti

Una soluzione PXM, grazie a motori di regole configurabili, azzera il tempo speso (o perso) a categorizzare i prodotti.

Stabilite le alberature dei vari cataloghi, ad esempio, i tool più potenti assegnano in automatico gli articoli ai vari cataloghi (e alle loro categorie) sulla base del valore di uno o più dati di prodotto.

 

4. Il cross-selling e l’up-selling spiccano il volo

Un catalogo automatizzato non si limita a ridurre i costi e i tempi promozionali.

Digitalizzando il flusso creativo com’è possibile fare con un software PXM, infatti, si possono sfruttare motori di regole e associare in automatico tra loro più prodotti, creando bundle di articoli o suggerimenti di acquisto presenti nelle pagine di siti e marketplace per elevare il carrello medio. 

 

5. Niente più campagne in ritardo

L’introduzione di una soluzione di Product eXperience Management impatta anche sulla collaborazione tra team anche molto diversi tra loro. I clienti che hanno scelto SeeCommerce, ad esempio, sfruttano i suoi Attributi Planning per programmare i flussi di lavoro.

flusso di lavoro creazione catalogo

Per fare un esempio, per ogni catalogo è possibile stabilire le date degli shooting fotografici (allineate ai flussi logistici che prevedono l’arrivo fisico dei prodotti) e, a cascata, quelle delle attività di post-produzione, arricchimento dei copy e, infine, di pubblicazione del catalogo. 

Il principale vantaggio di una programmazione delle attività è quello di scongiurare disallineamenti tra reparti e ritardi lungo il processo, causa principale di lanci sul mercato rallentati, con ciò che ne consegue per il business. 

6. Popolare le viste diventa un gioco da ragazzi

Finora abbiamo parlato in gran parte di dati ma l’altra metà della mela, anzi, di una scheda prodotto sono senza dubbio le foto, i video, i documenti… in una parola: i media (o asset digitali).

Fronte, retro, still-life: le viste di un singolo prodotto sono numerose e spesso uno scatto varia nella dimensione, nel formato o nel colore di sfondo a seconda del catalogo di destinazione.

Una soluzione PXM ottimizza anche questo flusso che, svolto manualmente, richiede intense attività di editing, ottimizzando in automatico le specifiche di un media.

Un altro grande beneficio in termini di tempo è garantito dall’associazione automatizzata prodotto-contenuto. SeeCommerce, per farlo, sfrutta la naming convention; il sistema viene istruito per riconoscere le nomenclature dei file e associargli all’istante uno specifico prodotto.

Ciò permette di reperire, in fase di ricerca, non solo tutte le informazioni di un articolo, ma anche gli asset digitali che lo rappresentano. Senza che occorra alcuna attività manuale.

7. Il tramonto dei cataloghi disallineati

Ultima grana ma non ultima: l’aggiornamento. Quante volte serve ritoccare quel dato, rimuovere quell’interlinea di troppo, aggiornare quello scatto impreciso? Rispondiamo insieme: troppe!

Un software PXM si prende cura anche di questo aspetto, peraltro essenziale per poter parlare per davvero di pubblicazione automatica delle schede prodotto.

Con SeeCommerce PXM non serve accedere ai sistemi di back-end di e-commerce o portali per aggiornare un’informazione o un contenuto, perché il tool si integra coi canali finali e distribuisce in tempo reale sui front-end delle tue vetrine digitali la versione più aggiornata di dati e media.

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Passaporto Digitale Prodotti: il Regolamento UE spiegato facile

Passaporto Digitale Prodotti: il Regolamento UE spiegato facile

Passaporto Digitale Prodotti: il Regolamento UE spiegato facile

Passaporto Digitale dei Prodotti

Da qui al 2030 entrerà in vigore il Regolamento UE ESPR il quale, tra le varie misure, include il Passaporto Digitale dei Prodotti (o DPP).

Cos’è il Digital Product Passport? Quali settori riguarda? Quali impatti porterà con sé? In questo articolo facciamo il punto della situazione. 

Passaporto Digitale dei Prodotti: cos’è il DPP

Andiamo subito al dunque.

Il Passaporto Digitale dei Prodotti è un registro digitale contenente una serie di informazioni relative alla catena del valore di un articolo.

A breve, le aziende europee dovranno accompagnare ogni prodotto con un dettagliato elenco di dati relativi al suo ciclo di vita, dalla produzione al riciclaggio, passando per la riparabilità e lo smaltimento

Digital Product Passport: come funziona?

La fruizione dei DPP sarà più chiara dal momento in cui vedranno la loro piena applicazione ma è probabile che per accedere al passaporto digitale di un prodotto si sfrutteranno standard già presenti nel mercato come i codici QR.  

Una volta scannerizzato, il codice restituirà al consumatore un insieme di dati di dettaglio relativi a materiali, composizione, ciclo produttivo, variabili da settore a settore. 

A cosa servono i Passaporti Digitali dei Prodotti

Per comprendere lo scopo del passaporto digitale prodotto va detto che è parte del regolamento ESPR, approvato nella primavera 2024.

ESPR sta per Ecodesign for Sustainable Product Regulation, regolamento che si colloca nell’ambito del Green Deal, pacchetto di iniziative UE per ridurre di almeno il 55% le emissioni entro il 2030.

Il focus di ESPR è estendere la progettazione ecocompatibile alla maggior parte dei prodotti presenti sul mercato UE per ridurre l’impatto ambientale del loro ciclo di vita, come già oggi avviene per gli elettrodomestici.

ESPR, inoltre, introduce nuovi requisiti e standard in merito a durabilità, riparabilità, efficienza energetica e riciclaggio degli articoli, al fine di contrastare l’obsolescenza programmata e favorire la circolarità.

In questo contesto, il DPP fungerà da punto di riferimento informativo:

  • per le aziende, che disporranno di una leva di trasparenza oggettiva e concreta
  • per i consumatori, che potranno operare scelte più consapevoli e verdi
  • per le autorità – che ricevendo i dati per esporli nei propri portali – saranno facilitate nei controlli e aumenteranno la fiducia dei consumatori.

… ok ma la concorrenza?

In effetti, nel libero mercato, i doveri di trasparenza delle aziende possono collidere con la tutela della concorrenza.

L’ampia portata informativa del DPP, potrebbe compromettere la riservatezza di dati strategici, come quelli relativi ai flussi di produzione e approvvigionamento.

Per questo motivo, il Legislatore ha chiarito che di tutte le informazioni inserite nel DPP solo una parte saranno accessibili ai consumatori, mentre altre lo saranno solo da soggetti con “un interesse legittimo”, stabiliti dal Regolamento stesso o dalla Commissione.

Passaporto Digitale dei prodotti esempi di dati e informazioni

Quando sarà obbligatorio il Digital Product Passport?

Prima dell’entrata in vigore dei DPP sono previsti almeno due passaggi:

  • la Commissione Europea presenterà, nel 2025, un piano di lavoro triennale, stabilendo le tipologie di prodotti coinvolte dal regolamento
  • definite le tipologie di prodotti, per ciascuna di esse verrà realizzato un atto delegato, che sancirà a quali dati dovrà attenersi ogni settore

Al momento non esistono date certe, ma è ragionevole ritenere che i passaporti digitali di prodotto entreranno in vigore prima del 2030 (per alcuni settori già dal 2027).

Per quali settori scatterà in primis l’obbligo del DPP?

Da una prima analisi della Commissione Europea, le categorie di prodotti interessate per prime dalla novità Digital Product Passport saranno le batterie, il tessile, l’elettronica e l’edilizia

Le aziende di batterie, ad esempio, dal 1° febbraio 2027 dovranno predisporre un DPP che includa informazioni relative a durabilità, prestazioni e impatto sulla CO2 di ogni prodotto. 

A ruota, è probabile che il Digital Product Passport – proprio per i suoi obiettivi di capillarità – verrà esteso a qualsiasi altro settore merceologico, con poche esclusioni (che pare riguarderanno articoli alimentari, mangimi e farmaci).

Su quale tecnologia si baserà il Digital Product Passport?

I rumors sono concordi nel ritenere che la tecnologia che consentirà l’affermazione del DPP sarà la blockchain, nota per offrire un’infrastruttura digitale che garantisce sicurezza, trasparenza e immutabilità di ogni record immesso dai vari attori di una catena informativa.

A proposito, il passaporto digitale nella moda di lusso esiste già

Il Fashion, in particolare quello che occupa la fascia più alta del mercato, è da sempre precursore delle evoluzioni digitali di maggior rilievo. 

Non sorprende che anche in questo frangente si sia mosso in anticipo, attraverso un consorzio e un progetto ad adesione volontaria denominato Aura Blockchain.

La piattaforma, sviluppata da colossi del calibro di LVMH, OTB, Cartier e Gruppo Prada, offre una tracciabilità che mette al riparo i consumatori da contraffazioni.

Tod’s, ad esempio, ha inserito nelle sue Di Bag un tag NFC (Non-Fungible Token) che sfrutta la blockchain del progetto Aura per restituire al cliente – che scansiona col suo smartphone – dati che attestano l’autenticità e la provenienza dei materiali della borsa.

Tods passaporto digitale dei prodotti nfc

DPP: alle aziende serviranno software ad hoc?

La gestione del DPP è strettamente connessa a quella delle informazioni di prodotto e, in particolare, alla loro centralizzazione, arricchimento e distribuzione.

In vista del nuovo obbligo, è evidente che le aziende destrutturate dal punto di vista del Product Information Management potranno cogliere la palla al balzo per dotarsi di software PIM – o meglio ancora – di software PXM.

Le aziende che invece hanno già intrapreso percorsi di digitali del genere, dovranno accertarsi che i tool in uso supportino la gestione e la propagazione dei dati dei DPP

La nostra piattaforma, ad esempio, è SaaS, offre un data model iper-flessibile e, grazie alle API, distribuisce contenuti (dati e media) di prodotto su qualsiasi canale. Caratteristiche fondamentali per ottemperare ai futuri obblighi del DPP.

Da obbligo normativo a opportunità di business

I DPP sono molto più che un obbligo normativo. 

I Passaporti Digitali di Prodotto, infatti, possono essere uno strumento utile per condividere informazioni e documenti che arricchiscono l’esperienza di prodotto, attraverso attestazioni certificate di autenticità di qualità di un brand.

Si tratta inoltre di uno strumento democratico per promuovere azioni di sostenibilità, perché i dati viaggiano su un circuito garantito da terzi, rendendo più facile individuare fenomeni di greenwashing

Ultimo ma non meno importante, può favorire la vendita di servizi o prodotti aggiuntivi quali la riparazione, lo smaltimento, articoli per la manutenzione e la riparazione.

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PXM Software: una guida rapida ma completa

PXM Software: una guida rapida ma completa

PXM Software: una guida rapida ma completa

Copertina Blog PXM Product Experience Management

Qua e là hai sentito parlare di PXM software e vuoi approfondire che cosa significa PXM, acronimo di Product eXperience Management, con cui si definisce anche un tipo di software?

Sei nel posto giusto! Alla fine di questo articolo scoprirai tutto (o quasi) ciò che serve sapere sulle PXM platform: di che tipo di software si tratta, a cosa servono, chi le usa, quali benefici offrono. 

PXM software: cosa significa Product eXperience Management?

Ma ‘sto PXM cos’è?

L’acronimo PXM sta per Product eXperience Management e viene utilizzato per indicare il processo con cui un’azienda gestisce l’esperienza web del cliente sui canali in cui vende i suoi prodotti

È un aspetto saldamente connesso alla CX (Customer Experience) e, di riflesso, al business.

Dati relativi alla Customer Experience e ai suoi impatti sul business nell'ambito del PXM

L’obiettivo principale dell’approccio PXM

Il principale compito dell’approccio PXM consiste nel fornire a clienti e potenziali clienti esperienze web di prodotto coerenti, ingaggianti e personalizzate.

Se la frase precedente dovesse apparirti ambiziosa e generica, è normale. Offrire una Customer Experience prestigiosa è un desiderio facile da covare ma non semplice da concretizzare.

E quindi? 

Da dove si parte per elevare la Product Experience?

In ballo ci sono davvero tanti fattori: dalla qualità del prodotto (o del servizio) alla reattività delle pagine web, passando per la tempestività della logistica e la cordialità del servizio clienti.

Senza nulla togliere agli aspetti citati, però, ce n’è uno particolarmente importante per la sua presenza costante lungo il Customer Journey, il viaggio che porta un utente a diventare cliente.

Si tratta del patrimonio di dati e asset che descrivono e rappresentano l’assortimento aziendale.

Il ruolo chiave di informazioni e media di prodotto nella PXM

Il buon esito di una ricerca su Google, lo zoom di dettaglio su un prodotto dell’e-commerce, il confronto di un articolo con quelli concorrenti in un marketplace e la riproduzione di tutorial guida per l’uso o il montaggio.

Attività diverse, che si alternano lungo il percorso d’acquisto online, accomunate dalla presenza costante di informazioni, scatti e video che promuovono, descrivono e raccontano i prodotti, essenziali per permettere al cliente di conoscerne e comprenderne il valore.

Non stupisce che nel 70% dei casi i contenuti di prodotto siano ritenuti cruciali per l’e-shopping (Forbes).

Peraltro, dati e asset poco accurati, oltre a ridurre le possibilità di vendere un prodotto, sono la seconda causa più frequente di reso (30%), preceduti solo dai resi da articoli danneggiati (39%).

Iniziamo ad avvicinarci al ruolo chiave dei software PXM Product eXperience Management.

Verso i PXM software: oltre fogli Excel e i silos di DAM e PIM

L’esigenza di istantaneità dei vari canali digitali, specie nelle realtà con assortimenti di volumi considerevoli, richiede tuttavia sforzi manuali importanti, spesso sinonimo di errori e incongruenze.

Un’alternativa a fogli Excel e a ore di copia-incolla è quella di affidarsi a software ad hoc per gestire le informazioni di prodotto (i PIM, Product Information Management) e ad altri per gestire gli asset digitali come foto e video (i DAM, Digital Asset Management).

Seppur buoni alleati per la product experience, scegliere due tool distinti eleva il rischio di duplicazioni dei contenuti, oltre a gonfiare i costi di integrazione e di licenze

Metti a confronto PIM, DAM e PXM tools: leggi il nostro articolo PIM vs PXM vs DAM.

Perché PXM = DAM + PIM?

Un software di Product eXperience Management (o più semplicemente PXM) integra – e spesso supera – le funzionalità dei software DAM e PIM, con l’obiettivo di governare da una piattaforma unica informazioni e contenuti di prodotto.

La convergenza del patrimonio informativo garantita da un software PXM garantisce un risparmio sui costi IT ed eleva l’agilità dei processi perché centralizza end-to-end i flussi di creazione, post-produzione, arricchimento e approvazione dei contenuti di schede prodotto e cataloghi. 

Confronto tra PXM Product Experience Management, PIM Product Information Management e DAM Digital Asset Management

Come funziona un software PXM

Principalmente, un software PXM supporta tre tipologie di macro-flussi:

 

  • centralizza. Integrandosi con sistemi come gli ERP, un PXM software raccoglie tutti i dati anagrafici di prodotto, eliminando il rischio di frammentazione delle informazioni e abbattendone i tempi di ricerca. Inoltre, attraverso regole configurabili ad hoc, può trasformarli in modo automatico;
  • gestisce. Una PXM solution permette a team diversi di pianificare le attività e collaborare da un unico tool. Fluidifica inoltre processi chiave come l’arricchimento e la traduzione dei dati, ma anche la revisione e l’approvazione dei media;
  • distribuisce. Una PXM platform supporta la filiera del contenuto di prodotto fino all’ultimo miglio, cioè quando tutte le componenti di una scheda prodotto sono pronte, abilitando – grazie ad API o integrazioni – la pubblicazione dei contenuti sui vari canali aziendali.

A chi serve una PXM platform

Le figure aziendali che beneficiano dell’introduzione di un software PXM sono molteplici.

In primis E-Commerce e Digital Manager, che possono contare su un flusso automatizzato costante e coerente di dati e media di prodotto verso siti web, e-commerce, marketplace.

Risalendo la catena di produzione dei contenuti, un software PXM è uno spazio condiviso prezioso per figure specializzate come copywriter, traduttori, fotografi e post-produttori, che nella piattaforma – oltre a lavorare – possono richiedere feedback e collaborare con i colleghi.

Inoltre, anche Marketer e Sales beneficiano di un PXM, che funge da archivio e centro di condivisione di informazioni, scatti, video di prodotto ma anche di brand e istituzionali. 

Quali benefici garantisce un software PXM

Gestire il patrimonio di dati e media di prodotto con una soluzione di Product eXperience Management offre svariati benefici.

Da un punto di vista della Customer Experience, un PXM alimenta in tempo reale cataloghi e schede prodotto con dati sempre aggiornati e media di qualità distribuiti alle massime performance, favorendo un’esperienza di navigazione e di acquisto soddisfacente.

Soddisfazione che si propaga anche tra i team, che con un software PXM possono automatizzare attività manuali ridondanti e avere sempre il controllo di cosa e come sta comunicando il brand in qualsiasi canale web, avendo la possibilità di effettuare aggiornamenti o modifiche tempestive.

L’automazione e il controllo, infine, accorciano inoltre il Time to Market, scongiurando ritardi di campagne e lanci, a garanzia delle performance di business, enfatizzate peraltro dalla riduzione dei costi IT.

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Presentiamo la nuova Media Library 2.0

Presentiamo la nuova Media Library 2.0

Presentiamo la nuova Media Library 2.0

SeeCommerce PXM si sta evolvendo con una novità eccezionale: performance migliorate e funzionalità avanzate che portano la gestione dei contenuti a un livello superiore. 🚀

SeeCommerce è una piattaforma completa che unisce le funzionalità di PIM e DAM in una sinergia perfetta, consentendo un controllo ottimale dell’intero ciclo di vita dei contenuti. Dalla creazione dei cataloghi, passando dalle informazioni di prodotto fino ai contenuti editoriali, che si tratti di testi, media, informazioni tecniche e documenti, SeeCommerce PXM governa tutte queste informazioni facilitandone la gestione e contribuendo al miglioramento della reputazione del Brand. 

Oggi l’asticella si alza ulteriormente con la nuova Media Library 2.0, un’area in cui risiedono tutti i file editoriali del Brand che possono essere archiviati, taggati, condivisi e distribuiti su piattaforme esterne, eliminando il problema della duplicazione. 

Ma come cambia Media Library 2.0?

Performance: La prestazione migliorata permette di svolgere le attività quotidiane in modo ancora più rapido, grazie a un’ottimizzazione tecnica superiore e all’introduzione di nuove micro-funzionalità che agevolano notevolmente le operazioni quotidiane.

Brand & Touchpoint: Abbiamo dedicato una sezione che consente la gestione diretta dei portali (come portali Press e Trade) e di archivi aziendali esterni, offrendo la possibilità di creare cartelle, sottocartelle, caricare e spostare file in tutta sicurezza, grazie ai permessi associati, senza appesantire il portale o generare duplicati di file.

Corporate: Non solo condivisione tra utenti interni ed esterni alla piattaforma, ma un’area completamente dedicata ai contenuti aziendali fruibili da tutti. Pensata per contenere materiale consultabile da tutta l’organizzazione.

E molto di più: Non mancano funzionalità più ampie come la gestione dei metadati che permettono la personalizzazione degli asset con informazioni specifiche.

Media Library 2.0 rappresenta un’area fondamentale che, insieme alla sezione Product, consente una visione e una gestione completa a 360° dei contenuti del Brand.

Contattaci per scoprire tutti i vantaggi di SeeCommerce.
Il nostro team di esperti è a tua completa disposizione.

Da PIM e DAM alla gestione centralizzata PXM (Product eXperience Management)

Da PIM e DAM alla gestione centralizzata PXM (Product eXperience Management)

Da PIM e DAM alla gestione centralizzata PXM (Product eXperience Management)

Negli ultimi anni la gestione dei dati si è rivelata un elemento cruciale per il successo delle aziende in un mercato sempre più competitivo e orientato alla digitalizzazione. 

Partiamo dal fatto che i brand devono essere sempre più presenti con i loro prodotti in diverse piattaforme di vendita come e-commerce e numerosi marketplace e che il cliente impone che le informazioni che descrivono il prodotto debbano essere quanto più esaurienti e coerenti sia dal punto di vista descrittivo che visivo attraverso media di qualità e in alta risoluzione. Con questi presupposti le informazioni da gestire sono tantissime ma soprattutto la sfida del Brand è renderle coerenti con tutti i canali di vendita.

Spesso queste informazioni sono gestite da due piattaforme distinte: il PIM, dedicato alla gestione dei dati di prodotto e il DAM per la gestione di risorse digitali aziendali.

Ma nel dettaglio qualè la differenza tra questi due sistemi?  

Cos’è il DAM? (Digital Asset Management)

Il DAM è un sistema che aiuta i Brand ad organizzare, archiviare e gestire le proprie risorse digitali come media, video e file in generale, in modo che siano facilmente accessibili ad utenti interni ed esterni all’azienda, in piena sicurezza.

Tra le sue funzionalità si distinguono:

  • Organizzazione degli asset in alberatura di cartelle e tag 
  • Condivisione di cartelle e file con utenti specifici (interni o esterni) o con tutta  l’organizzazione aziendale.
  • Sicurezza per le risorse gestite, consultate solo da utenti autorizzati 

Cos’è il PIM? (Product Information Management)

Lo scopo del PIM è quello di centralizzare e gestire le informazioni di prodotto, sia di anagrafica sia editoriali. Le aziende che utilizzano un PIM sono in grado di accedere alle informazioni descrittive di prodotto, di arricchirle e distribuire su ciascun touchpoint.
Il valore di un PIM è quello di poter gestire tantissimi SKU e lavorare contestualmente per più touchpoint mantenendo la centralizzazione dei dati di prodotto.

Le sue funzioni principali si possono riassumere così: 

  • Gestione delle informazioni di prodotto 
  • Creazione di esperienze di prodotto coerenti in ottica omnicanale
  • Distribuzione delle informazioni di prodotto

Dal PIM-DAM al PXM

Fino a poco tempo fa, le piattaforme PIM e DAM erano considerate soluzioni separate e distinte per la gestione dei dati di prodotto e degli asset digitali. Tuttavia, per garantire un’esperienza unificata con l’obiettivo di gestire in modo efficiente non solo le informazioni sui prodotti, ma anche le immagini, i video e altri tipi di asset correlati  è necessario che queste tecnologie collaborino. 

In alcuni casi ci si trova di fronte a sistemi silos PIM e DAM integrati tra loro, ma questo approccio rischia di avere un importante svantaggio legato ai costi propri di integrazione e di gestione dei due sistemi.
SeeCommerce risolve il problema della gestione separata di PIM e DAM e riduce le spese di integrazione, offrendo una soluzione centralizzata chiamata PXM (Product eXperience Management) che comprende al suo interno entrambe le funzioni PIM e DAM, consentendo una gestione efficiente e completa, senza frizioni.

Un sistema centralizzato PXM offre numerosi vantaggi, inclusa una maggiore coerenza tra le informazioni di prodotto e gli asset digitali, una migliore collaborazione tra i team di marketing e di prodotto, nonché una distribuzione più rapida e coerente delle informazioni e dei contenuti ai clienti. Non ultimo, un risparmio notevole su attività di integrazione

Oltre i confini aziendali

Se le piattaforme PIM e DAM hanno tradizionalmente supportato la gestione dei dati all’interno delle aziende, con SeeCommerce è possibile espandere l’utilizzo di queste funzionalità combinate oltre i confini aziendali, coinvolgendo fornitori, partner e clienti. Ciò consente di creare e condividere in modo più efficiente informazioni sui prodotti e contenuti digitali con tutte le parti interessate, migliorando la collaborazione e l’allineamento tra i diversi attori coinvolti nella catena del valore.